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saggi Enrico Lusso Spostiamoci ora a Finalborgo, abitato fondato ed eletto a propria sede, come si è già avuto modo di dire, dal marchese Enrico II. Sorvo- lando sugli aspetti più propriamente urbani- stici , l’edifcio che maggiormente attira l’at- 46 tenzione è quello che è stato riconosciuto, an- che per le evidenti relazioni topografche con il vicino castello, come il palazzo marchionale ubi ius redditur, menzionato con denominazio- ni variabili a partire dal 1192 e logicamente af- facciato sulla platea palaci (fg. 13) . Si tratta di 47 un edifcio pluristratifcato, che ha subito do- cumentati interventi di riplasmazione nel cor- so dei secoli XIV, XV e XVI. Nulla si direbbe sopravvissuto della domus di tardo XII secolo, tuttavia le bifore architravate, riconducibili all’intervento condotto dal magister Giorgio Molinaro di Pieve di Teco a partire dal 1462 48 e presenti anche sul prospetto settentrionale di un altro palazzo che la storiografa ritiene proprietà dei marchesi , evocano soluzioni 49 relativamente rare in ambito locale – anche per la necessità, vista la snellezza dei pilastri- ni, di poter contare su forniture di pietre di al- tissima qualità – ma piuttosto comuni in area catalana, provenzale e centroitaliana. Anche in questo caso, dunque, sebbene in un diverso contesto cronologico, si direbbe tutto somma- to scontato il ruolo svolto dalla Liguria quale Fig. 9. La torre maestra delle mura di Priero (foto E. canale di penetrazione “ascendente” di mo- Lusso) delli dall’area mediterranea verso l’entroterra Fig. 10. Veduta aerea di Aigues-Mortes (Offce de appenninico e il Piemonte. Tourisme Aigues-Mortes) 55
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