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Insediamenti e architettura in alta Langa. La committenza dei marchesi del Carretto fra medioevo ed età moderna saggi Il primo, già menzionato, corrisponde alla torre di Castellino, ciò che resta di un ca- stello sottoposto al controllo dei marchesi di Ceva (fg. 7) . Databile approssimativamen- 30 te al maturo XIII secolo , essa mostra una 31 singolare falsabraga circolare e concentrica alla canna muraria che l’avvicina a modelli relativamente comuni in Italia meridiona- le (si veda, per esempio, il caso del castel- lo di San Marco Argentano, in provincia di Cosenza – fg. 8). A rischio di voler vedere nessi anche laddove, se esistiti, assumono inevitabilmente una consistenza molto eva- nescente, la vicinanza tra modelli geogra- fcamente così lontani – e, da un punto di vista culturale, oggettivamente tutti da veri- fcare – potrebbe anche trovare una spiega- zione nella numerosità dei contatti che alcu- ni esponenti della nobiltà del Piemonte me- ridionale stabilirono con il Regno di Sicilia al tempo della conquista angioina. Sebbene non esistano notizie esplicite riferibili ai marchesi di Ceva prima del XIV secolo – i 32 quali, comunque, insieme ai vari rami della composita dinastia aleramica delle Langhe, aderirono precocemente al partito floangio- ino –, è noto il caso di alcuni membri della 33 famiglia marchionale di Busca i quali, nel Fig. 5. La duecentesca torre cilindrica del castello di Cortemilia (foto E. Lusso) 1277, emigrarono per cercare fortuna in Si- cilia . Meno, e perlopiù a livello locale, è co- 34 na, evenienza che impone evidentemente di nosciuta la vicenda di Giovanni de Brayda, rintracciare nell’area di diretta elaborazione nominato giustiziere di Terra d’Otranto da di tali modelli, la Francia di Filippo Augu- Carlo d’Angiò, che nel 1278 ottenne in feu- sto, i precedenti più immediati . Il canale do la terra e il castello di Bruzzano Vetere 27 di penetrazione fu, con ogni probabilità, la (oggi Bruzzano Zeffrio, in provincia di Reg- Provenza, area che a seguito dell’aggrega- gio Calabria), per poi cederla, nel 1305 e per zione della contea di Angiò alla corona – per un ventennio, proprio a un Busca . 35 iniziativa proprio di Filippo Augusto – co- Il secondo esempio, decisamente più tardo nobbe una precoce diffusione degli impian- ma anch’esso di grande interesse, è rappre- ti e delle soluzioni di fortifcazione che, nel sentato dalla torre di Priero, un borgo nuo- medesimo intorno cronologico, erano in via vo fondato dal marchese Girardo di Ceva di defnizione nei territori del demanio re- nel 1387 (fg. 9) . Si tratta, in questo caso, 36 gio . La via di penetrazione in ambito lan- non già del castello del borgo, bensì del ful- 28 garolo – e probabilmente non solo, come ho cro principale di quel sistema di «muris, fos- avuto modo recentemente di suggerire – di satis sive vallibus et aliis fortiliciis» che gli 37 29 tali modelli fu, in questo caso, senz’altro li- uomini locali si impegnarono a realizzare gure, come peraltro parrebbero suggerire in cambio della concessione di nuove fran- anche altri manufatti. chigie. Nella sua ipertrofa essa richiama, 52