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Revello: un palazzo per il presidente del Senato PROSPETTIVE dei secoli successivi –, l’affermazione del Fi- larete, pur rivendicando l’importanza del lavoro intellettuale dell’architetto, costituiva un im-plicito riconoscimento del ruolo fon- damentale e preminente del committente. Il complesso edilizio di cui si sta discutendo, come si ricorderà, si componeva di altri due edifici affacciati sulla corte. Quello meridio- nale, a ridosso del monte, subì nel corso del Seicento la sopraelevazione di un piano e, contestualmente, la realizzazione di una gal- leria con quattro aperture archivoltate verso la corte e altrettante verso il monte – e il giardino che da quel lato si estendeva –, nonché due ulteriori aperture simili sul lato corto della manica, verso est. Non si possiedono notizie che consentano di comprendere la reale estensione del giardino e la sua disposizione rispetto al contesto. Con buona probabilità, sulla base dell’icono- grafia tardoseicentesca, si può ritenere che, in concomitanza con il processo di rinnova- mento architettonico e decorativo dell’edi- ficio avviato da Giovanni Giacomo Piscina, si sia concretizzato un preciso programma volto alla realizzazione di un giardino, gesti- Fig. 30. Sezione esemplificativa dell’ordine architet- tonico del sistema loggaito affacciato sulla corte in- to con un approccio “scientifico” e coordina- terna to con il cantiere architettonico e i suoi esiti. Non per specifiche scelte culturali, ma piut- Egli, inoltre, associava il desiderio di ornare tosto per esigenze derivanti da vincoli to- la propria dimora privata sia alla volontà di pografici, il giardino è separato dalla resi- onorare la patria e la famiglia, sia all’«amor denza, posto a una quota maggiore rispetto di magnificenza», indicando come fosse ne- alla corte interna e imperniato sulla galleria cessario provvedere al decoro delle parti tardoseicentesca realizzata sopraelevando dell’edificio a diretto contatto con il pubbli- la manica nord. co . Anche Francesco di Giorgio ricordava Tutto lascia supporre che l’impianto del giar- 67 come «non solo per le persone proprie si e- dino fosse ancora coerente con l’impostazio- difica, ma per li posteri ancora; el quale atto ne rinascimentale codificata da Alberti nel è proprietà di bontà, cioè comunicare li co- De re aedificatoria, prevedendo una sistema- modi e beni soi alli altri, […] dunque ogni zione regolare delle piantumazioni e dei per- magnificentia, ogni opera e pompa monda- corsi, disposti secondo sequenze geometri- na fatta in laude e gloria di chi ne ha dato el che ben definite. I tracciati principali si svi- sapere e potere, è atto meritorio» . luppavano lungo il perimetro e accanto allo 68 Se però, come sosteneva il Filarete nel suo spazio centrale, quasi per intero organizzato trattato, l’architetto può essere accostato, co- a parterres compatti, tipici del giardino all’ita- me ruolo, alla madre di un edificio, il padre liana. L’area centrale, quadrilatera, voleva è, naturalmente, il committente . Per la so- forse essere una rivisitazione dell’hortus con- 69 cietà del Quattrocento – e anche per quella clusus monastico, dove però l’originaria alle- 88
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