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SAGGI Enrico Lusso 41 MULETTI, op. cit., II, p. 291 (6 gennaio 1234); anche comunis Dragonerii et ipsius comunantiarum libera et Il regesto dei marchesi di Saluzzo cit., pp. 95-96, doc. 326. franca et de ipsi […] faciat dictum comune ad sua om- 42 I mulini di questa villa, che nel 1290 – anno in nimodam voluntatem», «quod homines Dragonerii et cui fu costituita la castellania – era un piccolo inse- communantiarum seu consilim ipsius […] possint in diamento costituitosi da appena trent’anni, furono perpetuum capitulare et capitula et ordinamenta face- concessi ad firmam, ovvero in appalto a privati, dai re super facto notariorum curie Dragonerii in solutio- Savoia-Acaia, i quali plausibilmente temevano che nibus eisdem faciendis» e liberando ogni persona «de destinare attenzione, personale e denaro per riscos- omnibus bannis, accusis, denunciationis, inquisitioni- sioni, controlli e manutenzioni si rivelasse uno spre- bus factis»: SAMUEL DI SAN GIOVANNI, op. cit., pp. 58- co. Cfr. al riguardo il saggio di E. ARIANO, I mulini di 64, doc. 21 (28 gennaio 1329). Il diritto di banno sui Collegno, Pianezza e Druento nel XIV secolo, in Mulini mulini doveva essere incluso nelle immunità concesse da grano cit., pp. 109-121. ai valligiani. In effetti, ancora in tempi piuttosto recen- 43 Cfr. RISTORTO, op. cit., pp. 25-27; anche L. BER- ti, la gestione delle macchine idrauliche di Elva era af- TANO, Storia di Cuneo, I, Medioevo (1198-1382), Cuneo fidata ai privati: nel 1549 esse figurano della comunità, 1898, pp. 157 sgg. e, più di recente GRILLO, L’età co- mentre nel 1618 alcuni abitanti della borgata Garnero munale cit., pp. 11 sgg. consegnavano «un mollino […] più una pista et batti- 44 Il cartario delle valli cit., pp. 34-35, doc. 25 (1 lu- tore […] coherenti il beale detto Garnero»: cfr. C. BO- glio 1250). NARDI, P. CHIERICI, L. PALMUCCI, Territorio ed abitazione, 45 Sono note le particolari «libertates, franchesias et «L’Ambiente storico», III (1980), pp. 33-55. laudabiles consuetudines» concesse alla Castellata (al- 46 R. COMBA, Forme e dinamiche dell’insediamento ta val Varaita) da Tommaso II di Saluzzo nel 1344 – C. umano in un’area alpina. L’alta valle Stura fra XII e XVI ALLAIS, La Castellata. Storia dell’alta valle di Varaita (cir- secolo, in Economia, società e cultura nel Piemonte basso condario di Saluzzo), Saluzzo 1891, pp. 106-107, cap. 32 medievale. Studi per Anna Maria Nada Patrone, Torino (10 dicembre 1344) –, confermate e ampliate dai suoi 1996, pp. 11-22, in part. p. 13. successori, a più riprese, nel 1356 – abolizione dei pe- 47 È tuttavia possibile rintracciare, come afferma C. daggi e delle regalie – (ibid., pp. 127), 1377 (ibid., pp. ROTELLI, una campagna medievale. Storia agraria del Pie- 133), 1398 (ibid., pp. 139), 1419 (ibid., pp. 143) e infine monte fra il 1250 e il 1450, Torino 1973, p. 26, realtà terri- 1428, anno in cui gli abitanti della valle furono liberati toriali dove questo processo si manifestò anticipata- dal pagamento di qualunque dazio in tutto il territorio mente. La val di Susa, per esempio, da sempre al centro marchionale (ibid., pp. 147). La stessa situazione è ri- dell’attenzione di numerosi poteri sovralocali, grazie scontrabile nella val Maira. In particolare il territorio soprattutto al passaggio della celebre via di Francia di Dronero sembrava godesse di privilegi eccezionali. (Cfr., in particolare G. SERGI, Potere e territorio lungo la Questi, confermati da Tommaso marchese di Saluzzo strada di Francia. Da Chambéry a Torino fra X e XIII secolo, nel 1264 – G. MANUEL DI SAN GIOVANNI, Memorie stori- Napoli 1981, passim; E. LUSSO, «Domus hopitales». Ricove- che di Dronero e della Valle Maira, III, Torino 1868, pp. 8- ri per viandanti e poveri nei territori subalpini percorsi dalla 10, doc. 3 (20 febbraio 1264) –, furono notevolmente strada di Francia (secoli XI-XV), Torino 2010, passim) fu ampliati da Manfredo IV, che dichiarò la comunità li- partecipe di un analogo processo di popolamento che bera «de omnibus fictis […] terciis, successionibus et in manifestò Oltralpe nel corso dell’XI secolo. L’atto accensamentis» e i beni prosciolti da ogni «fodra, talea, con cui nel 1029 si celebrava la fondazione del mona- onera et munera» – ibid., pp. 35-43, doc. 15 (14 maggio stero di San Giusto – Le più antiche carte cit., p. 70, doc. 1 1312) –; e che concesse «suam terziam partem […] (9 luglio 1029) – menziona già un buon numero degli nemorum Syrie et vallis Loverie», l’abolizione della insediamenti che ancora oggi punteggiano la valle. curaria, «immunitate et libertatem quod in antea in 48 Si rimanda ai lavori di L. CHIAMBA, Paesaggio e perpetuum non debeat [gli uomini di Dronero] solvere insediamento umano nel cuneese medievale, in Radiografia aliquod pedagium in terra ipsius domini Marchioni» e di un territorio. Beni culturali a Cuneo e nel Cuneese, Cu- una riduzione del «censun seu fodrum» annuo a lui neo 1980, pp. 73-84; R. COMBA, Metamorfosi di un pae- dovuto: ibid., pp. 47-53, doc. 17 (19 febbraio 1315). In- saggio rurale. Uomini e luoghi del Piemonte sud-occidentale fine Federico, primogenito di Manfredo, per ricom- fra X e XVI secolo, Torino 1983, pp. 25-128. pensare i valligiani della fedeltà dimostratagli, nel 49 Cfr. C. NAN, Funzione irrigua dei canali in Provincia 1329 estese le concessioni agli abitanti dell’alta valle – di Cuneo, in Canali in Provincia di Cuneo cit., pp. 75-120. MULETTI, op. cit., III, p. 72 (14 febbraio 1329) – ed am- 50 Cfr. L. PALMUCCI, Vie d’acqua e protoindustria: la pliò quelle dei Droneresi, abolendo totalmente il cen- rete dei canali e l’insediamento, in Tra Gesso e Stura. Real- so, liberandoli «ab omni pedagio, gabella, et aliqua tà, natura e storia di un ambiente fluviale, Savigliano malatota et curaria, scopello, pascagio, ramagio et pa- 1983, pp. 227-238; EAD., Corsi d’acqua e sfruttamento del- ysso», stabilendo «quod omnia comunia et nemora l’energia idraulica: il Cuneese nei secoli XII-XVI, in Mulini comunia et pascua Dragonerii […] sint et esse debeant da grano cit., pp. 91-106. 55