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       	               Lo sfruttamento dell’energia idraulica a Demonte                                       SAGGI               Considerando infine quanto la coerenza d’u-     si può dubitare che l’isolamento e il perdu-               so delle strutture e la vistosa inerzia tecno-  rare  di  un  regime  in  qualche  modo  legato               logica  condizionarono,  da  un  lato  il  rinno-  alle regole del privilegio  frustrarono e ral-               vamento edilizio, dall’altro l’evoluzione del-  lentarono  più  che  altrove  quell’iniziativa               l’apparato  meccanico ,  si  deve  convenire    privata sicuramente necessaria per l’evolu-                                    205               che  l’immagine  stessa  degli  impianti  non   zione, in questo caso, di un  dinamico rap-               dovette mutare di molto nel corso dei secoli.   porto gestionale  delle risorse  idromeccani-               Non  è  mio  interesse,  né  sarebbe  storica-  che. Tale situazione di immobilismo avreb-               mente verosimile, cercare di dimostrare che     be  condotto,  in  ultima  analisi,  alla  totale               la  situazione  socioeconomica  di  Demonte     scomparsa  degli  edifici  che  ospitavano  at-               nell’età moderna sia sovrapponibile a quel-     tività  molitorie  e  impedito,  in  un  ambito               la,  ben  più  complessa,  sviluppatasi  nel-   ecologico  di  per  sé  favorevole,  qualsiasi               l’ultimo scorcio del medioevo; tuttavia non     forma di sviluppo industriale.                  1  Si fa qui riferimento, ovviamente, al noto artico-  di Susa, la dotò di un gran numero di ville «cum areis               lo di M. BLOCH, Avvento e conquiste del mulino ad ac-  suarum, molendinis, piscationibus»: Le più antiche carte               qua,  in  ID.,  Lavoro  e  tecnica  nel  medioevo,  Roma-Bari   diplomatiche del monastero di San Giusto di Susa (1029-               1959, pp. 48-87 (ed.or. «Annales d’histoire économi-  1212),  a  cura  di  C.  CIPOLLA,  «Bullettino  dell’Istituto               que et sociale», VII, 1935), pp. 538-563. Benché esso   Storico Italiano», XVIII (1986), pp. 61 sgg., doc. 1 (9 lu-               risulti esaustivo per comprendere le ragioni e le po-  glio  1029).  Si  conosce  poi  un  diploma  imperiale  del               sizioni dell’autore, potrebbe però essere di un certo   1047 con cui Enrico III, confermando possessi e privi-               interesse anche la lettura di un ulteriore scritto: ID.,   legi  all’abbazia  di  San  Solutore  di  Torino,  incluse               Le “invenzioni”medievali, in ID., Lavoro e tecnica cit., pp.   «omnes  decimas  tam  intra  quam  foris  eius  civitatis               180-199 (ed.or. «Annales cit.», pp. 634-643).   cum molendinis et piscatonibus in ipso fluvio Turia»:                  2  Il contributo dello storico francese è stato sostan-  Henrici III  diplomata MXXXLX-MXLVII,  a cura  di  H.               zialmente confermato e ampliato dalle più recenti in-  BRESSLAU,  Hannover  1926,  (Monumenta  Germaniae               dagini di G. DUBY, L’economia rurale nell’Europa medie-  Historica, di seguito MGH, Diplomata regum et impera-               vale.  Francia,  Inghilterra,  impero  (secoli  IX-XV),  Roma-  torum, 5/I), pp. 251-252, doc. 198a (1 maggio 1047).               Bari 1970, pp. 327 sgg. (ed.or. L’économie rurale et la vie   5  Essi, pur dimostrando la bontà del modello propo-               des campagne dans l’Occident médiéval. France, Angleterre,   sto  da  Bloch,  hanno  avuto  il  merito  di  ridurne               empire, IX-XV siècle, Paris 1962); e di J. LE GOFF, La civil-  l’astrattezza,  calando  la  “teoria”  in  ambiti  geopolitici               tà  dell’Occidente  medievale,  Torino  1981,  pp.  214  sgg.   ben precisi e ponderando di conseguenza reali cause ed               (ed.or. La civilisation de l’Occident médiéval, Paris 1964).    effetti del processo che si sta qui delineando. Si fa rife-                  3  Alle macine a mano iniziarono a essere sostituite   rimento agli studi Acque, ruote e mulini a Torino, a cura di               quelle mosse da animali o dall’acqua. Contemporane-  G. BRACCO, Torino 1988, in particolare i contributi di R.               amente furono  introdotte sostanziali  innovazioni  tec-  COMBA, Il principe, la città, i mulini. Finanze pubbliche e               nologiche:  come  conferma  una  scultura  della  prima   macchine idrauliche a Torino nei secoli XIV e XV, I, pp. 79-               metà del XII secolo che orna un capitello della navata   103; M.T. BONARDI, Canali e macchine idrauliche nel pae-               laterale destra della basilica di Sainte-Marie-Madeleine   saggio  suburbano,  I,  pp.  105-128;  G.  ALLIAUD,  A.  DAL               a Vézelay (fig. 2), alla ruota ad acqua orizzontale – co-  VERME, Le spese di gestione e manutenzione dei mulini di               nosciuta sin  dal periodo  romano: cfr.  MARCUS  VITRU-  Torino nei secoli XIV-XV, I, pp. 129-176; S.A. BENEDETTO,               VIUS POLLIO, De architectura libri decem, lib. X, cap. 5, De   Macchine idrauliche e attività artigianali a Torino nel XV se-               rotis aquariis et hydraletis – il cui moto lungo l’asse verti-  colo, I, pp. 177-194 e a Mulini da grano nel Piemonte medie-               cale era congruente con quello della mola girevole, si   vale, a cura di R. COMBA, Cuneo 1993, passim. Per realtà               sostituì, grazie all’introduzione di  ingranaggi  e  diffe-  differenti da quelle Piemontesi si citano gli studi di G.               renziali che permisero di trasformare ortogonalmente   BERTI, M. GORI, Mulini e frantoi nella città di Pistoia, «Bol-               la rotazione orizzontale, quella verticale.     lettino storico pistoiese», LXXVIII (1976), pp. 72-92; A.I.                  4  Per quanto attiene alla realtà piemontese, si cita   PINI, Energia e industria tra Sàvena e Reno: i mulini idraulici               per esempio l’atto con cui nel 1029 Olderico Manfredi   bolognesi tra XI e XV secolo, in Tecnica e società nell’Italia               marchese di Torino, fondando l’abbazia di San Giusto    dei secoli XII-XVI, Atti del convegno (Pistoia, 28-31 otto-                                                           52
       
       
     
