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SAGGI Enrico Lusso ti, ma per la quale può essere indicato come La rigidità e l’immobilismo con cui la fami- termine ante quem il 1364 , cada esattamen- glia Bolleris gestì il proprio patrimonio se da 193 te nello stesso periodo in cui mulini tipolo- un lato può essere considerato come un in- gicamente simili erano realizzati nella capi- dubbio sintomo della redditività di tali im- tale subalpina; ai mastri muratori demontesi pianti, dall’altro, quando si manifestò nel dovevano perciò essere note le più recenti XVII secolo come disinteresse verso i danni innovazioni costruttive e, almeno per questo arrecati dall’alluvione, risulta essere l’evi- periodo, gli artifici idraulici costruiti in loco denza più significativa della situazione che possono essere considerati, se non all’avan- si era venuta creando. Gestione che, analo- guardia, quanto meno coerenti con le strut- gamente ad alcuni esempi che già Bloch a- ture che in quegli anni erano messe a punto veva indicato , si mantenne a lungo co- 198 in altre zone del Piemonte. stante. In assenza di un crollo della redditi- Resta infine aperta la possibilità che i restanti vità paragonabile a quello subito dagli im- tre lati dell’edificio non fossero realizzati con pianti torinesi nella seconda metà del XV se- chiusure di semplici assi lignee, ma secondo colo e giunto all’epilogo nel 1475, quando la un sistema un po’ più raffinato, che preve- duchessa Iolanda concesse in enfiteusi per- deva l’adozione di un’ossatura portante in petua al comune tutte le macchine idrauli- legno con pannelli di tamponamento com- che cittadine in quanto la loro manutenzio- posti da terra e paglia, poi intonacati, secon- ne era divenutale tale che annualmente si do un modello costruttivo piuttosto diffuso spendeva tanto denaro «quod fere tota pars nelle aree alpine . firme que datur de ipsi molendinis in ei- 194 Sono due le suggestioni che mi inducono ad sdem implicatur» , gli impianti demontesi 199 avanzare una simile ipotesi. La prima, ico- rimasero infatti sottoposti a controllo signo- nografica, consiste in una rappresentazione rile sino al XIX secolo avanzato. Ancora nel di un mulino realizzato con tale tecnica in 1851 Carlo Lanza, erede dell’ormai estinta un affresco tardoquattrocentesco conservato dinastia Bolleris, possedeva «un mulino a nel castello di Issogne ; la seconda, docu- tre ruote al Cros, un mulino a due ruote del- 195 mentaria, è contenuta nell’atto con cui nel la Sega sul Cant coherente a levante il Cant, 1280 Chieri entrava in possesso del castrum a ponente la bealera della sega comunale, a Montoxoli presso Pino Torinese . Nel nove- notte la via» , pressappoco gli stessi im- 200 196 ro delle strutture residenziali interne al re- pianti che erano sottoposti al controllo si- cinto murario, che dovevano essere realizza- gnorile sin dal XIV secolo. te con una struttura a traliccio, figurava in- Non deve perciò stupire se nell’anno 1700, fatti anche la «domus […] in qua est molan- proprio nel momento in cui vaste zone del dinum bonum cum duabus molis et fera- Cuneese venivano investite dalle nuove pos- mentis et roeto et aliis asiamentis» . sibilità manifatturiere aperte dall’introdu- 197 zione dell’allevamento su vasta scala del ba- co da seta e molti nuovi complessi, rilevanti Epilogo anche dal punto di vista fisico, venivano re- alizzati , la segheria comunale di Demonte 201 I successivi eventi verificatisi a Demonte ral- fosse ancora completamente in «boscame» , 202 lentarono, finendo per bloccare del tutto, o- compresi «coperto et frontespizio» . D’al- 203 gni iniziativa tesa al rinnovo del patrimonio tronde è noto che la conformazione finale di edilizio. Si passò, cioè, a ridosso XVI secolo, un edificio, in particolare se luogo del lavo- da un sistema dinamico e aperto alle inno- ro, risulta spesso essere il risultato di «modi- vazioni, a una realtà statica tesa, dopo aver ficazioni e ampliamenti successivi» da porre toccato la propria acme, a evolversi secondo in relazione con «l’avvicendamento dei pro- schemi autoreferenziali. prietari» . 204 51