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SAGGI Enrico Lusso versi tipi di impianto erano in grado di produrre; ma è DO, Canali ad uso irriguo cit. –; del Dronerese (Marchi- sufficiente pensare al differente grado di necessità at- sa, Presidenta, Comella: L. PALMUCCI, I luoghi delle at- tribuibile loro nell’ambito di un mercato urbano per tività paleoindustriali, in Radiografia di un territorio cit., comprendere come la capacità economica dei mulini pp. 279-288; L. CHIAMBA, Acque e canalizzazioni del fosse sensibilmente più elevata. Dronerese, in Canali in Provincia di Cuneo cit., pp. 241- 109 Sempre con riferimento al caso torinese, è stato 256; S. SORDO, Il canale Marchisa di Dronero: un esempio notato come lo sviluppo delle attività artigiani, anche di “bealera” per l’agricoltura e la produzione di energia, se richiedevano l’uso dell’acqua, sia avvenuto spon- ivi, pp. 149-170) –; della zona di Busca (Ceaglia, Mo- taneamente e senza opposizioni da parte delle autori- rea, Varaglia e Loreto: CHIAMBA, I canali derivati dal tà. I casi che riflettono un atteggiamento permissivo medio corso del Maira cit., pp. 120 sgg.) e del Saluzzese da parte dei Savoia-Acaia sono veramente numerosi – bedale del Corso e bealera di Cardè: GULLINO, Le ac- e, non essendo mio interesse elencarli qui compiuta- que canalizzate cit., pp. 257-272; R. EANDI, Il comune di mente, si rimanda al lavoro di BONARDI, Canali e mac- Saluzzo dalle origini al secolo XV, «Bollettino SSSA- chine idrauliche cit., I, pp. 111 sgg. ACn», CXIII (1995), pp. 48-48. 110 VILLARD DE HONNECOURT, «Album de croquis et 114 Esso coincise in buona misura con la stagione di de notes». Dal manoscritto conservato alla Biblioteca na- eccezionale prosperità e stabilità politica inaugurata zionale di Parigi (n. 19093), a cura di A. Erlande-Bran- dal lungo regno di Ludovico I marchese di Saluzzo denburg, R. Pernoud, J. Gimpel, R. Bechmann, Mila- (1416-1475) e proseguita sotto il figlio Ludovico II no 1987, f. 22v. (1475-1505): MULETTI, op. cit., V, pp. 1 sgg., 161 sgg. 111 Cfr. Capitula Demontis cit. p. 113, cap. 90, De fic- Prese così avvio un vasto programma di rinnovamen- tu lignaminum conducendorum extra fines Demontis. Per to architettonico della “capitale” e del territorio, che si una valutazione globale sulla politica economica di spinse sino alle vallate alpine: in generale, cfr. N. GA- Demonte si rimanda nuovamente al lavoro di RI- BRIELLI, Arte nell’antico marchesato di saluzzo, Torino STORTO, op. cit., pp. 61-63; 89 sgg. 1973; M. CALDERA, «Ad radicem Vesulli, terra Salutiarum, 112 A Torino, l’improvviso fiorire di segherie nella vicis et castellis satis frequens»: percorsi figurativi nel mar- prima metà del XV secolo coincise con una fase carat- chesato fra Quattro e Cinquecento, in Arte nel territorio del- terizzata da un sostanzioso aumento della domanda la diocesi di Saluzzo, a cura di R. ALLEMANO, S. DAMIA- di abitazioni, conseguenza della crescita demografica NO, G. GALANTE GARRONE, Savigliano 2008, pp. 195- prodotta dall’Università e dal Consiglio ducale, in- 249. In queste il fenomeno si manifestò spesso attra- sediati in città in quegli anni, cui si accompagnava da verso opere “minori”, ma non per questo poco signifi- sempre la necessità di poter disporre di grandi quan- cative, come la chiesa parrocchiale di Sampeyre (radi- tità di legno lavorato necessarie alla manutenzione calmente trasformata nel 1462: G. RICCHIARDI, A. DE dei ponti sul Po e della ficha molendinorum sulla Dora: ANGELIS, La parrocchiale di Sampeyre: profilo storico ed ar- cfr. BENEDETTO, Macchine idrauliche e attività artigianali tistico, in La chiesa parrocchiale di Sampeyre. Storia, arte, cit., pp. 190 sgg. fede, Busca 1986, pp. 15 sgg.), Casa Clary nello stesso 113 Nei primi decenni del XV secolo, rientrata la luogo (portata a termine nel 1455: C.F. SAVIO, Saluzzo crisi economica che aveva causato il regresso demo- nel secolo XVII, Saluzzo 1914, p. 164) e l’ospedale di grafico del sec. XIV (COMBA, Metamorfosi di un paesag- Stroppo (LUSSO, «Domus hospitales» cit., pp. 436-440), gio rurale, cit., pp. 131-161), si registrò inoltre l’avvio di ma giunse pure a celebri manifestazioni come le nu- una nuova, profonda opera di valorizzazione dei ter- merose opere firmate da Hans Clemer (Hans Clemer. Il reni che procedette di pari passo con il riordino e il po- maestro d’Elva, a cura di G. GALANTE GARRONE, E. RA- tenziamento dei canali esistenti. Questo fenomeno, che GUSA, Savigliano 2002, passim). È evidente che, pro- ebbe sicuramente un ruolo nel condizionare le scelte prio nel momento in cui era posta sotto il protettorato delle autorità comunali di Demonte, condusse in breve di Eleonora di Saluzzo (RISTORTO, op. cit., pp. 63 sgg.), tempo alla progettazione e realizzazione – A.M. RIBE- difficilmente Demonte riuscì a sottrarsi agli influssi, RI, Scultori o impresari?, «Bollettino SSSAACn», VI per quanto indiretti, di questo fenomeno. (1934), pp. 35-42; ID., Arte e artisti a Cuneo nel Quattro- 115 Ibid., pp. 63 sgg. cento, ivi, XII (1940), pp. 41-52; M. GATTULLO, Gli sta- 116 Codex Demontis cit., pp. 211-212 (20 marzo tuti del canale Cerialdo (sec. XV), in Canali in Provincia 1470), originale in ASCDemonte, Pergamene, n. 65. di Cuneo cit., pp. 291-296 – dei grandi complessi di 117 RISTORTO, op. cit., p. 68. canalizzazioni del Cuneese-Roero – Lovera, Miglia, 118 Codex Demontis cit., pp. 238-240 (8 luglio 1474). Morra, Naviglio di Boves, Vermenagna: A.M. RIBERI, 119 Capitula Demontis cit., pp. 114, cap. 94, De amo- I canali Naviglio e Vermenagna a Boves, «Bollettino lando in mola ferreriorum. SSSAACn», XXV (1944), pp.100-104; e bealera grossa 120 Si ricorda comunque l’esistenza di questo tipo di Cuneo: PALMUCCI, Vie d’acqua e protoindustria cit.; di macchina idraulica già in tempi piuttosto lontani. EAD., Corsi d’acqua e sfruttamento dell’energia cit.; SOR- Nel 1245 un molarium mosso dall’acqua era donato, in- 59