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Lo sfruttamento dell’energia idraulica a Demonte SAGGI sieme a numerosi altri beni, da Guglielmo Monaco di to del 1610 nel quale si rende noto di come «Nicolao Pinerolo, signore di Bricherasio, al monastero di Santa della Roda […] abbi accensato dall’illustrissimo mar- Maria di Buonluogo: Carte inedite e sparse dei signori e chese di Centallo tutti li molini di Demonte», per poi luoghi del Pinerolese, a cura di B. BAUDI DI VESME, E. concedere quello di Mogliola in sublocazione ad DURANDO, F. GABOTTO, Pinerolo 1909 (BSSS, 3), p. 319, «Antonio Peano del medesimo luogo»: ASCn, Insinu- doc. 141 (7 agosto 1245). azione, vol. 476 (1609-1612), ff. 95-96v. 121 ASCDemonte, cat. 5, classe 5, fasc. 2, Compen- 136 ASTo, Camera dei conti, art. 772, m. 2, n. 41, f. 65. dio catastari, I, subfasc. 1, f. 303. 137 Cfr. sopra, nota 73 e testo corrispondente. 122 Cartario delle valli cit., p. 5 doc. 4 (6 dicembre 138 Cfr. COMBA, Forme e dinamiche dell’insediamento, 1197). cit., p. 16. 123 Cfr. COMBA, Forme e dinamiche dell’insediamento, 139 Il mulino dell’Arma è poi ricordato, spesso in- cit., pp. 13-14. direttamente, in un buon numero di fonti successive. 124 Cfr. MARCHIS, Ruote, mulini e macchine cit., pp. Nel 1721 ci è noto un atto di lite tra Alfonso Berenga- 72-74. rio Bolleris e il «fittavolo del mollino del foresto» (Ar- 125 Non essendo noti contributi che descrivano chivio Privato Lanza, Carte sparse, s.f.); nel 1729 tal compiutamente il meccanismo cui si fa riferimento, Tommaso Colombaro comprò «due edificii, uno da indico come valido esempio un’immagine fotografica lavatore e l’altro da serra con loro ferramenta e canali pubblicata nel lavoro di PALMUCCI, Vie d’acqua e pro- o sii aquedotti nel suddetto foresto dell’Alma e ruata toindustria cit., p. 235, nella quale, a mio avviso, è suf- di San Giacomo, coerente il mulino del foresto dell’Al- ficientemente chiaro il principio di funzionamento. ma»: ASCn, Atti notarili di Demonte, vol. 3, n. 1365 (no- 126 Per follare i panni più pregiati era invece ancora taio De Andreis Maurizio), s.f. Infine, ancora nel 1822, uso, in tempi piuttosto recenti, pestarli con i piedi in era menzionato un fabbricato «nelle fini del quartiere vasche piene d’acqua e sostanze che favorivano l’infel- San Giacomo» cui risulta «coerente […] a mezzanotte trimento. la bealera del mulino» (ASCDemonte, Carte sparse, Sta- 127 MARCHIS, Ruote, mulini e macchine cit., pp. 66 sgg. to generale di tutte le mutazioni di proprietà, semestre luglio 128 Cfr. sopra, nota 72 e testo corrispondente. 1822”, s.f.). 129 Codex Demontis cit. p. 269 (25 ottobre 1509), ori- 140 Cfr. sopra nota 83. Si veda, inoltre, anche A. ginale in ASCDemonte, Pergamene, n. 83. PEYROT, Le immagini e gli artisti, in Theatrum Sabaudiae. 130 ASCDemonte, cat. 5, classe 5, fasc. 2, Compen- Teatro degli stati del duca di Savoia, a cura di L. FIRPO, dio catastari, I, subfasc. 1, f. 166v. II, Torino 1985, pp. 7-21. 131 Cfr. sul tema A.A. SETTIA, L’illusione della sicu- 141 ASCDemonte, s.coll., Tippo del luogo di Demonte rezza. Fortificazioni di rifugio nell’Italia medievale: «ricet- (1766). ti», «bastite», «cortine», Cuneo-Vercelli 2001, p. 114. 142 L’espressione ritorna in un lungo documento 132 Cfr. E. LUSSO, Torri extraurbane a difesa di mulini del 1635 con cui Gaspare de Bolleris rispose alla co- nel Piemonte medievale, in Case e torri medievali, Atti del munità in merito alla domanda se gli «uomini di esso convegno (Viterbo-Vetralla, 29-30 aprile 2004), III, luogo non potessero construer alcuni edificci da Roma 2005, p. 49. franger migli e triffogli»; dopo avere elencato tutte le 133 Non è però possibile quantificare la loro entità prerogative che gli spettavano «da tempo immemo- numerica, in quanto non proporzionale al numero rabile in qua», pronunciò parere negativo, ordinando delle citazioni ricorse nel testo: è infatti possibile che, «che li construiti si dovessero demolire ovvero aspet- trattandosi esclusivamente di coerenze – Bolleris non tare ad esso signore marchese» (ASTo, Camera dei denuncia infatti le proprietà – un singolo edificio conti, art. 772, m. 6, n. 144, ff. 32r-v). venga menzionato più d’una volta. Sono comunque 143 Ibid., ff. 423 sgg. individuabili , grazie ad appellativi che li rendono 144 Cfr. sopra, nota 129 e testo corrispondente. unici, i molendina inferioris (ibid., f. 270v), il mulino di 145 ASTo, Camera dei conti, art. 737, reg. 387, f. Festiona (ibid., f. 190v) e uno nei pressi della Stura, a 247v. Il testo del consegnamento è identico a quello sud dell’abitato «in Magdalena» (ibid., f. 8), cui si ag- riportato. giunge un generico molendinum ripetuto per quattro 146 Ibid., reg. 294, f. 241v. volte, via via confinante con la bealeria o la via molen- 147 Ibid., reg. 286, f. 193v. Analogamente al mulino dinorum (ibid., ff. 187, 308, 374). del Ricus, l’edificio sembrerebbe, sia nel 1715 sia nel 134 Cfr. sopra, nota 107 e testo corrispondente. 1734, inutilizzabile: «altro sitto ove era altre volte un 135 Non sono infatti significativi né l’investitura casiamento, ove si dice alla Serra, contiguo a detto del 1589 a favore di Antonio e Gaspare Bolleris di luogo con due ruotte, una da paratore da panni et «tutte le ragioni; […] forni, molini, royde, frutti. vi- l’altra da battitore da canapa, presentemente rovinato vande e altri redditi» (ASTo, Camera dei conti, art. e distrutto come sovra»: ibid., regg. 294, f. 241v; 387, f. 772, m. 2, n. 29, f. 134v), né, tantomeno, un documen- 247v). Ancora nell’anno 1700, in un documento che ce- 60