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SAGGI Enrico Lusso Fig. 9. Elva, borgata Chiosso Inferiore. Il Mulino dell’Albergo, ora scomparso, alimentato dall’alto (da E. DAO, Elva un paese che era, Savigliano 1985, p. 231). ta dormiente e forata al centro per permette- re il passaggio del secondo albero, era soste- nuta da una sorta di impalcatura detta basti- mentum e protetta da una cassa circolare in legno. Completava l’insieme l’areschium, l’e- lemento troncoconico in cui veniva versata la farina, che il mugnaio di Demonte «debeat habere et tenere […] separatum a mola per duos digitos» . Lo stesso principio, sempli- 156 ficato, era applicabile anche agli altri ingenia idraulici; in particolare nel caso di martinetti e battitori, non essendo necessario variare l’asse di rotazione dell’arbor, a esso veniva semplicemente collegato un albero a camme che alzava alternativamente i magli – o i pi- stoni nel secondo caso. Erano, nonostante tutto, dei meccanismi e- stremamente delicati: la stessa pratica di uti- lizzare quasi esclusivamente il legno per la loro realizzazione li esponeva a rapida usu- ra e frequenti rotture. Tuttavia, a fronte del- la costante manutenzione richiesta, non si re- gistrò nei secoli un’evoluzione particolare; Fig. 10. Melle (val Varaita). Ruota di martinetto per metalli alimentata dal basso (foto E. Lusso, 1998). anzi, se si eccettuano le prime parti metalli- 47
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