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Lo sfruttamento dell’energia idraulica a Demonte SAGGI Figg. 4 e 5. Demonte. Ciò che resta della segheria comunitaria: il canale deviatore con resti poco si- gnificativi di muratura (a sinistra) e una paratoia con la bocca di scarico (foto E. Lusso, 1998). A Torino, per esempio, è noto che in un arco di tempo di circa sessant’anni la diga dei mulini fu seriamente danneggiata, quan- do non letteralmente spazzata via dalle ac- que, per ben sei volte , con grande scomo- 90 dità per la popolazione, privata della possi- bilità di macinare, e dei signori, che dovette- ro urgentemente accollarsi le spese per la Nonostante la scarse informazioni ricavabili sua ricostruzione . Onde evitare inconve- 91 dalle fonti locali, la complessità di un tale in- nienti del genere, a Demonte era ancora uso tervento e la costante manutenzione cui nel XVIII secolo porre lungo gli argini, con doveva essere sottoposto il canale sono noti lo scopo di rallentare la corrente, le erche, grazie a studi condotti in altre realtà pie- prismate realizzate in grossi cassoni in legno montesi . In particolare non esistono espli- riempiti di pietre . Allo stesso modo, per 86 92 cite testimonianze a proposito della diga, preservare i campi circostanti dal pericolo di ma la menzione, in fonti cinquecentesche, a inondazioni, era consentito «fortificare et una presia molendini sul Kant sembrerebbe fortificacionem facere iuxta possessiones […] sufficiente a confermarne l’esistenza . Essa, ad deffensionem earum» . 87 93 presupposto essenziale per le opere di cana- Un altro manufatto che rivestiva notevole lizzazione, era di norma indicata con il ter- importanza nel garantire il buon funziona- mine ficha , che designerebbe in sostanza mento del sistema era la fuga , un canale 88 94 una cataratta (o diga a tracimazione) il cui deviatore, ben indicato nel Theatrum in pri- scopo era garantire un flusso costante alla mo piano sulla destra, munito di saracinesca bealera, soprattutto quando essa fosse de- (exclusa) , che permetteva all’acqua in ecces- 95 rivata da un corso d’acqua a carattere tor- so di rifluire nel torrente senza compromet- rentizio. Tali sbarramenti, realizzati solita- tere gli impianti. Le stesse ruote, per motivi mente con palificate e fascine irrobustite da funzionali, erano spesso alimentate da un pietrame , erano però soggetti a frequenti e ramo secondario della bealeria . Un apposi- 89 96 rovinosi crolli nei periodi di piena, attribui- to capitolo degli statuti di Saluzzo obbliga- bili alla scarsa qualità dei materiali impiega- va, per esempio, ogni esercente ad avere un ti, facilmente erodibili dalla corrente, e al- «suum desviatorium ad deviandum aquam, l’approssimazione con cui venivano allestiti. ita quod si aptare voluerint suum molendi- 40
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