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SAGGI Enrico Lusso stratto assunto dai signori nella vertenza più di tre secoli prima. Se le cause che spinse- sembrerebbe nascondere altre cause. È possi- ro i Bolleris a potenziare nel 1509 tale dota- bile per esempio ritenere che, come suggeri- zione sono principalmente attribuibili a un scono le parole stesse della popolazione, incremento demografico, certo è che esse non all’origine del disastro vi fosse una scelta in- si ripresentarono mai più, e il solo mulino felice del luogo dove, nei primi decennio del «trium rotarum» continuò a svolgere la pro- Cinquecento , era stato costruito il mulino; pria funzione fino ad anni vicini a noi. 144 infatti, mentre questo fu irreparabilmente È comunque possibile trarre vantaggi da ta- compromesso dalla furia della piena, l’im- le situazione: la staticità con cui furono ge- pianto più antico non sembra averne ricevuto stiti gli impianti, oltre a consentire una rico- alcun danno. I Bolleris, nella prospettiva di struzione sufficientemente puntuale degli e- dover investire ingenti somme di denaro nel- venti storici, permette di avanzare alcune la ricostruzione del manufatto, magari in un credibili ipotesi in merito alla consistenza altro sito, colsero così l’occasione per liberarsi materiale degli impianti, alle attrezzature in di un’installazione poco redditizia e costosa. dotazione e alla qualità delle strutture che le Essa, nonostante le lamentele della popola- proteggevano. Risulta chiaro da un’analisi zione, non fu infatti più ricostruita, tanto che anche sommaria della veduta del Theatrum in due consegnamenti di poco successivi, Sabaudiae che i mulini di Demonte, dotati di uno del 1715 e l’altro del 1734 , è menziona- ruote a palette mosse dal basso, applicavano 145 to solo il «sitto ove anticamente era sittuato una tecnologia giudicata scarsamente effica- altro mollino con suoi casiamenti fuori la ce. Sin dal XIV secolo si individuò infatti nel- muraglia di detto recinto, detto al presente la ruota alimentata dall’alto tramite canaliz- del Richetto con una ruotta da miglio et altra zazioni il congegno più funzionale e in gra- da grano, hora ridotto a terra e rovinato» . do di offrire una miglior resa; tuttavia, ben- 146 Sorte analoga toccò all’edificio che ospitava il ché i disegni del noto trattato del Taccola, paratore e il battitore il quale, verosimilmente datati 1432 , lo dimostrino chiaramente, è 151 danneggiato dalla stessa piena, risulta inatti- difficile rintracciarne, per quel periodo, un vo già nel 1685 , sebbene nel catasto del eventuale impiego nell’area piemontese. Si 147 1766 il molino, forse per consuetudine, fosse può solo congetturare che menzioni di opere ancora ricordato . La spiegazione più logica realizzate «ad sustinendum canales» op- 152 148 prevedrebbe anche in questo caso un calo di pure a condotti versatores in legno faccia- 153 redditività tale da sconsigliare un qualsiasi no riferimento a questa specifica tecnologia. investimento; d’altra parte anche a Torino, In ogni modo, prescindendo dai differenti dopo i danni arrecati agli impianti signorili sistemi approntati per la trasformazione del- nel 1408 da una violenta alluvione, si desi- l’energia prodotta dall’acqua, il principio se- 149 stette dal ripristinare i folloni, la cui ricostru- condo cui il movimento della ruota veniva zione, dopo il crollo della produzione tessile trasmesso alle macine era il medesimo. Il torinese, era divenuta talmente antieconomi- meccanismo si componeva di un albero 154 ca che non si trovò neppure un privato di- (arbor), solidale alla ruota e poggiante su due sposto a gestire l’operazione . sollole, e di un ingranaggio dentato (il roetum) 150 fissato a una sua estremità il quale, ingra- nandosi con il pagnonum (o lanterna, la cui Gli edifici: forme, funzioni, attrezzature forma richiamava quella di una gabbia cilin- drica), trasmetteva la rotazione, variandone A partire dalla metà del XVII secolo la popo- l’asse da orizzontale a verticale ed even- lazione di Demonte ebbe così a disposizione tualmente la velocità , a un ulteriore albero, 155 un apparato molitorio che, quanto meno nel ortogonale al primo, cui era fissata la macina numero, era identico a quello messo punto superiore. Quella sottostante, spesso chiama- 45