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approfonDimenti Viviana Moretti 22 AVF, 1A12, fasc. Benefcio Pensolato, f. 1. ti anche nel 1848, testimoniati dalla scritta dies 1848 23 Ogni indicazione sui lavori da effettuare è ac- graffta, sotto la fnestra del fanco destro, nel cemen- compagnata dalla stima della spesa, e, dopo aver in- to con cui sono stati fatti alcuni rattoppi alla parete dividuato tutte le riparazioni da fare, il capo mastro esterna. La data è sicuramente da riferirsi alle aggiun- specifca che nella cifra citata non erano compresi i te cementizie citate; a quelle date la cappella era ormai manovali che avrebbero lavorato con lui. È inoltre in- grossomodo come la vediamo ora, e possedeva già le teressante soffermarsi sulla descrizione della cascina, quattro fnestre ancora visibili, testimoniate dalla visi- che dà conto di un edifcio piuttosto grande e ben arti- ta del 1838 (AVF, 1B6, Visita pastorale di monsignor colato. Al piano terreno era una stalla voltata con tra- Fernando Bruno di Tournafort, 1838, p. 24). vi di rovere; l’ambiente doveva essere di dimensioni 29 La presenza degli affreschi venne segnalata nel relativamente grandi se si segnala che, sul totale delle 2011 da Francesca Quasimodo, che, legandoli a un travi, solo sei sono da sostituire (come pure la porta ambito stilistico «non del tutto esente dagli infussi d’ingresso, in legno di pioppo ormai giudicato troppo del Mazzucco», ne propose una datazione all’ultimo vecchio) perché non più adeguate per sostenere con quarto del XV secolo, intorno agli anni Ottanta (qua- sicurezza i piani superiori. Dalla stalla si accedeva, simoDo, Tra gotico e rinascimento cit., p. 238). sempre al piano terreno, in una “camera focolare”, 30 Si veda e. rossetti brezzi, Antonio da Monterega- che «serve presentemente per uso del massaro», in le. Vergine annunciata, angelo annunciante e santi. 1435 buono stato (non si segnala necessaria alcuna ripa- circa, in Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi oc- razione, se non la sostituzione di alcune travi), e, di cidentali, a cura di E. castelnuovo, E. pagella, E. ros- seguito, sullo stesso piano, alla cella vinaria («un’altra setti brezzi, Milano 2006, scheda cat. 95, p. 168 (con camera / pure al piano di terra nella quale si conser- riferimenti bibliografci). va / presentemente dal massaro il vino»), con solaio 31 I martiri della legione Tebea di Castelnuovo di ligneo. Da qui si saliva al piano superiore, che con- Ceva, in particolare nelle loro acconciature arrotolate sisteva – come vedremo – in alcuni locali contigui, fno all’attaccatura dei capelli e negli occhi languidi di- tramite una scala in legno collocata accanto alla porta segnati da tratti di pennello liquidi e corsivi, ricordano d’ingresso della cella vinaria. Al primo piano erano in qualche misura gli affreschi della chiesa di San Ni- presenti un granaio e tre piccole stanze, anch’esse adi- colò di Bardineto, soprattutto il San Giorgio e il drago, bite dal massaro alla conservazione del grano (che nel l’Annunciazione e il fnto polittico sulla parete di fon- corso della visita si consiglia di stoccare nel solaio). do (assegnati a un pittore che prende da qui il nome Addossato ai muri del cascinale verso est era presente di Maestro di Bardineto; g. algeri, a. De floriani, La un forno, coperto e pavimentato, e, a poca distanza pittura in Liguria: il Quattrocento, Genova 1991, pp. 143 dal forno, un portico che fungeva da fenile e deposito sgg.), meticciati tuttavia dalla conoscenza di esperien- attrezzi agricoli, oltre ai vasi – verosimilmente vuoti ze pittoriche risalenti alla metà del secolo: l’autore, se – per la vinifcazione, con un “orto” (probabilmente pure tradisce la conoscenza di Antonio da Montere- un giardino) più a est; attiguo al portico era infne un gale e sembra già andare nella direzione di Segurano porcile (ibid., ff. 2v-4v). Cigna, in alcuni episodi (emblematico è il caso di Santa 24 Ibid., f. 4v. La buona conservazione della cap- Caterina) indulge all’opera di Giovanni Baleison. pella è forse da imputare ad alcuni lavori non meglio 32 Si rifette qui una prassi piuttosto frequente nel specifcati intercorsi intorno agli anni venti del XVIII XV secolo, ossia quella del riuso di cartoni preparato- secolo: nella visita di monsignor Baratà si sottolinea ri, parte del patrimonio che veniva trasmesso agli ere- infatti che era stata recentemente “renovata” (AVF, di all’interno della bottega (cfr. il già citato testamento 1A13, Visita pastorale di monsignor Lorenzo Cristo- di Bernardino Simondi, nota 9). foro Baratà, 1728, f. 296v), e i lavori relativi all’altare 33 A sua volta, la Santa Caterina del polittico del descritti da Robella sono forse quelli già auspicati due Museo Civico rimanda alla Madonna bambina di San anni prima da monsignor Pensa («Melium aptetur su- Bernardo delle Forche, riproponendo la stessa angola- per mensam altaris lapis sacratus, et calce / restauran- zione, seppure ribaltata, con la quale è ritratta, il men- tur muri eiusdem altaris»; AVF, 1A15, Visita pastorale to segnato e sporgente, il sorriso un po’ smaliziato e lo di monsignor Giovanni Battista Pensa, 1746, n. 30). stesso girare del polso e della mano. I riferimenti con 25 AVF, 1A12, fasc. Benefcio Pensolato, f. 7r. Antonio da Monteregale sembrano inoltre proseguire 26 AVF, 1B6, Visita pastorale di monsignor Fernan- nella parete di fondo, dove gli angeli della Crocifssio- do Bruno di Tournafort, 1838, p. 24. ne paiono richiamare alla memoria alcuni visi già visti 27 La cappella «appartiene al benefzio detto di S. a Molini di Triora, in particolare nella volta. Maria di Pensolato goduto attualmente per i due terzi 34 Il ciclo della cappella di San Bernardo delle For- dal parroco di S. Antonio del Baligio ed un terzo dal che è databile intorno alla fne del quarto e l’inizio rettore di S. Martino. Non ha dote particolare facendo quinto decennio del XV secolo, non lontano dagli af- parte di detto benefzio i cui investiti ne sostengono il freschi di Triora, con i quali presenta i citati paralleli- mantenimento ed i restauri» (AVF, 1C1, Visita pasto- smi; sembra tuttavia a esso successivo per la presenza rale di monsignor Quirico Travaini, 1923, p. 410). di un ammorbidimento complessivo dello stile. 28 AVF, 1B13, Visita pastorale di monsignor Gio- 35 Il lacerto era stato collegato alle opere del cosid- suè Signori, 1911, p. 46. Alcuni lavori erano stati fat- detto Maestro di San Bernardo, dal nome della chiesa 81