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saggi Blythe Alice Raviola forte, e che nel caso di Ceva avrebbe inciso Cancelliere prima del Belli, conquistò in- sulle dinamiche feudali delle terre limitro- carichi e prestigio a corte anche grazie alle fe, con l’ingresso massiccio dei Pallavicino, frequenti ambasciate a Vienna, durante le di origine genovese e di fedeltà sabauda, quali, fra i primi, mise mano all’intricata al controllo del perimetro già marchiona- materia della feudalità imperiale ponendo le. L’elevazione del borgo (di «non più di solide premesse alle pretese sabaude sulle ducento case» ) a città, nel 1650, suggellò Langhe e sul Monferrato . 17 22 la politica di fortifcazione del sito che, di- La nobiltà delle Langhe, invece, è a suo stando solo 17 miglia da Savona, fu impie- modo più uniforme: in fondo, le terre impe- gato come posto di guardia contro banditi e riali facevano capo a due grandi consortili di contrabbandieri e carcere di sicurezza. Ma matrice aristocratico-feudale, i del Carretto e non si dimentichi che per tutto il corso del gli Scarampi, i primi di consolidata tradizio- XVI secolo Asti e Ceva restarono idealmente ne signorile e territoriale , gli altri profon- 23 unite dal Tribunale delle Ultime appellazio- damente radicati nelle pratiche economiche ni del Contado d’Asti e marchesato di Ceva, della zona . Eppure l’estrema articolazione 24 un organismo giuridico non molto docu- interna e un uso tardivo della primogeni- mentato e studiato però tale da garantire tura avevano favorito il proliferare di rami 18 a lungo una certa autonomia giudiziaria ai distinti all’interno del medesimo casato, con due centri e alle terre della diocesi astigia- conseguente notevole varietà nelle strategie na. Cortemilia, assoggettato al Piemonte nel matrimoniali e nelle aderenze politiche. Gli 1615 durante la prima guerra di successio- esempi offerti da vari studi sono numerosi ne per il Monferrato, costituiva dal canto ed eterogenei: così, se vari del Carretto di suo l’estrema propaggine meridionale del- Gorzegno ebbero incarichi presso le corti ce- le Langhe e diveniva così avamposto indi- saree , il marchese Filiberto del Carretto di 25 spensabile per il controllo dell’Appennino e Bagnasco vi fu inviato per conto del duca di dei traffci interregionali . Savoia ma «si era nel 1619, in piena guerra 19 Il confne incerto fra Monferrato, Langhe e fra Mantova e Torino; in un clima, cioè, di ducato di Savoia offriva però anche un am- grande rimessa in discussione delle aderen- pio ventaglio di possibilità alle élites che si ze e delle fedeltà, spesso comprate a suon di affacciavano sui tre ambiti e che potevano feudi da Carlo Emanuele I» . 26 optare per carriere e percorsi misti . Nel In effetti, la politica feudale dei duchi di Sa- 20 caso di Alba merita un cenno la famiglia voia aveva già tentato di sottrarre terre delle Belli, il cui esponente principale fu il cele- Langhe al predominio imperiale. Il marche- bre giurista Petrino (1502-1575), diviso fra la sato di Zuccarello, per esempio, fu tra i pri- sudditanza feudale nei confronti dei Gonza- mi bersagli di Carlo Emanuele, impegnato ga di Mantova e il servizio reso a Emanuele a compattare la frontiera verso il Nizzardo Filiberto di Savoia . Il fglio Domenico ebbe e a sfruttare il commercio del sale che da 21 un cursus honorum tutto sabaudo fno a rico- Albenga giungeva in Piemonte: nel 1591, prire, dopo due ambasciate a Venezia e in dopo anni di trattative, riuscì ad acquistare Spagna, il grado di gran cancelliere; ma il un’ampia quota del feudo da Scipione del casato non smise di avere proprietà in Alba Carretto, indebitato con Genova, insinuan- e di mantenere un legame con le terre d’o- dosi in un ambito geografcamente e giuri- rigine e con i feudi di Bonvicino e Grinzane sdizionalmente ancora molto distante . Più 27 acquistati da Petrino nel 1543 e nel 1546, in vicino ad Alba, nel 1622 porzioni del luogo piena reggenza di Anne d’Alençon e Mar- di La Morra già appartenute ad Agostino gherita Paleologo. D’altro canto, un aristo- Saluzzo furono vendute con il titolo comi- cratico d’origine monferrina come Giovan- tale all’architetto Ercole Negro di Sanfront. ni Tommaso Langosco di Stroppiana, Gran Suo fglio Giovenale seppe poi mettere a 33
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