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PROSPETTIVE Lorenzo Longo Come introduzione: nalisi e che nelle pagini seguenti è ipotizzato le fasi salienti dello sviluppo urbano revellese come caserma, utilizzata prima per le milizie del marchese, in seguito per i soldati del du- A Revello, com’è consueto, l’originario polo ca Carlo Emanuele I. In ragione dell’attinen- di organizzazione territoriale è da individua- za che l’edificio pare avere con l’assetto mi- re nel castrum. Solo in una fase successiva litare del borgo, è dunque opportuno richia- l’insediamento rurale sviluppato ai suoi piedi marne brevemente le vicende. e aggregato in forma aperta fu dotato di mu- Nel 1273 il castello di Revello fu occupato ra e organizzato al interno organicamente e dagli astigiani, ma venne ripreso da Tom- in modo funzionale. Tale “inurbamento con- maso I e, nella pace stipulata due anni dopo, trollato” consentì di destinare al castrum fun- il comune di Asti si vide costretto a rinun- zioni di residenza fortificata di esclusiva per- ciare a ogni pretesa su di esso, in cambio tinenza marchionale; un carattere, questo, della sospensione di ogni taglia per i danni che la struttura mantenne almeno sino al XV arrecati alle fortificazioni. secolo inoltrato. L’atto di affrancamento da cui il paese trasse Le prime notizie certe dell’esistenza di Re- occasione per il successivo sviluppo econo- vello come luogo abitato si hanno in un re- mico risale al 1312 e fu stipulato tra Manfre- gistro di conti che Savio fa risalire al X seco- do IV e quattro sapientes iuris revellesi. Nel- lo , mentre Sella sposta in avanti la data di l’occasione, la comunità si accordava con il 8 un secolo . Il castello, posto sull’altura che marchese circa la gestione delle mura del- 9 domina il borgo, compare invece per la pri- l’abitato, e non è da escludere che anche il ma volta in un atto del 1075 . Dal 1170 il castello, ristrutturato e potenziato al cadere 10 borgo risulta soggetto al parziale dominio di del Duecento da Tommaso I, fosse interessa- Manfredo I, figlio di Bonifacio del Vasto, to da tali provvedimenti . Il primitivo polo 13 mentre il castello sarebbe stato sottoposto fortificato dovette comunque andare in gran all’autorità marchionale all’epoca Manfredo parte distrutto in occasione dell’assedio delle II, ovvero prima del 1214, quando i marche- truppe di Roberto d’Angiò nel 1341 . Suc- 14 si estesero il proprio controllo su tutte le ter- cessivamente, infatti, il marchese Tommaso re della valle Po . II provvide a ricostruire la fortezza a poca 11 Che Revello fosse tra i luoghi più impor- distanza dalla precedente, dotandola di una tanti del marchesato lo testimonia il fatto doppia cinta muraria, quattro torri, un fossa- che vi si manteneva un governatore con il to, un rivellino e altre opere esterne . 15 titolo di castellano e un nutrito presidio. Le ragioni per cui il borgo assunse nel tem- po un’importanza militare nettamente mag- giore rispetto a Saluzzo, costituendo così un’anomalia nel panorama subalpino dei secoli XV e XVI (che vedeva tale ruolo nor- malmente attribuito alle “capitali” dei prin- cipati) trovano spiegazione nella graduale espulsione delle funzioni residenziali dal castello e nel loro precoce trasferimento nel sottostante palazzo marchionale . In rela- 12 zione a tali metamorfosi funzionali, non è da escludere che anche parte del presidio mili- tare di Revello trovasse collocazione al di Fig. 1. Tratto di muro con tessitura muraria lapidea a fuori del castello, presso le pendici del mon- ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, con tratti li- te, forse nell’edificio oggetto della nostra a- stati in laterizio, conservato in aderenza dell’edificio 67