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Lo sfruttamento dell’energia idraulica a Demonte Mulini e opifici tra medioevo ed età moderna ENRICO LUSSO Gli studi condotti da Marc Bloch negli anni e loro derivazioni ; ma con l’andar del tem- 7 trenta del secolo scorso si rivelano tuttora un po e il progressivo affinamento delle nuove 1 fondamentale punto di riferimento per chiun- strutture politiche, la loro proprietà diven- que voglia intraprendere un’analisi dei pro- ne, nel periodo carolingio, demaniale; quin- cessi politici ed economici che favorirono la di, durante la fase di parcellizzazione di po- formazione, e accompagnarono lo sviluppo, teri che accompagnò il disimpegno imperia- di tutte le attività i cui impianti necessitavano le nel regno d’Italia , signorile . Ciò che inte- 8 9 dell’energia idraulica per poter funzionare. A ressa notare è come al diritto sulle acque fu lui il merito di aver elaborato la sempre vali- da sempre associato quello di rippagium o da tesi che vedrebbe, nel X e XI secolo, ac- ripaticum, che può essere definito, in modo 2 canto a un sostanziale affinamento tecnico approssimativo ma efficace, uso delle spon- degli ingenia idraulici – che segna il passag- de. È perciò ovvio che le rivendicazioni van- gio dall’impiego del lavoro umano all’ener- tate dai governanti sulle macchine idrauli- gia meccanica prodotta da forze naturali – , che afferivano a questa sfera giuridica e che 3 una costante e progressiva ingerenza signori- il permettere, eventualmente, a un privato le volta a un loro controllo monopolistico . di costruire e gestire in proprio, per esem- 4 D’altronde, come studi relativamente recenti pio, un mulino, avrebbe costituito una peri- hanno messo in luce , non sarebbe potuto colosa rinuncia a un diritto considerato co- 5 essere altrimenti: da un lato l’onerosità e la me proprio. frequenza delle spese di manutenzione e- Non molto dissimile fu l’atteggiamento as- scludeva da questi processi tutte le classi so- sunto dai comuni quando infine riuscirono a ciali, con l’eccezione di quelle, laiche o reli- veder soddisfatte buona parte delle rivendi- giose, detentrici del potere; dall’altro la vo- cazioni autonomistiche avanzate. Nel 1183, lontà di garantirsi consistenti introiti dipen- in occasione della pace di Costanza, Federico deva necessariamente dalla capacità di poter I fu infatti costretto ad accordare loro ampie approvvigionare, e, di conseguenza, control- autonomie, comprese le «consuetudines quas lare, cospicue porzioni di popolazione. ab antiquo exercuistis in aquis» . 10 Inoltre, al di là dell’interesse finanziario ver- La politica di controllo monopolistico che i so le macchine idrauliche e delle più genera- comuni iniziarono a perseguire ricalcò im- li considerazioni di carattere politico e de- mediatamente gli schemi collaudati dalle i- magogico volte al mantenimento del con- stituzioni signorili. Chieri, per esempio, col- senso , a condizionare l’azione dei signori locata in una regione povera di acque, in- 6 un grande ruolo deve aver avuto la volontà traprese, a partire dalla prima metà del XII di non rinunciare, sebbene parzialmente, al- secolo , una politica espansionistica volta al- 11 la bannalità connessa all’uso delle acque. l’acquisizione di aree pianeggianti favorevo- Nella tardoantichità si era affermato il con- li all’insediamento di impianti molitori . Il 12 cetto giuridico della pubblica utilità di fiumi comune si assicurò così, nel 1191, il controllo «LANGHE, ROERO, MONFERRATO. CULTURA MATERIALE - SOCIETÀ - TERRITORIO», anno IV, n. 7 (2013) - ISSN 2282-6173