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Alcuni appunti per una storia fgurativa ad Alba e nelle Langhe Fra la fne del medioevo e l’inizio dell’età moderna massimiliano calDera Premessa cultura lombarda, importata direttamente o, come spesso accade, con la mediazione La particolare complessità del territorio, che della Liguria: Genova, Savona, Pavia, quan- risulta diviso fra i marchesati del Monferra- do non addirittura Milano, rappresentano to, di Finale e di Saluzzo oltre a numerosi per le Langhe i naturali centri di riferimen- altri potentati minori, consente l’individua- to per il mercato locale. A questo elenco va zione di alcune costanti, di alcune evidenti probabilmente aggiunta anche Alessandria aree d’infuenza, legate alle aree di strada, che, per la sua posizione fra le due regioni, ma, evidentemente, non permette di trova- dovette essere stata un importante snodo, re un’omogenea cultura artistica: la stessa la cui reale consistenza purtroppo oggi ci Alba, nonostante sia l’unico centro urbano sfugge per la rarefazione delle testimo- di rilievo, un’importante piazza commer- nianze artistiche medievali e rinascimenta- ciale e, infne, la sede di una diocesi che dai li. Questo problema, dopo le varie guerre confni con il Roero risale le valli del Tanaro che travagliano il Piemonte meridionale fra e della Bormida di Millesimo fno al Nava Cinquecento e Seicento e il generale impo- e allo Scravaion, non riesce a imporre un verimento economico della zona, coinvolge proprio linguaggio fgurativo ma, per i se- anche il territorio che stiamo prendendo coli presi in considerazione, risulta essere in esame; le distruzioni (ultime ma deva- soggetta alle stesse differenti infuenze che stanti quelle messe in moto dalle soppres- contraddistinguono tutte le aree oggi in- sioni napoleoniche) e le successive stagioni dicate con il termine di “Langhe”. È infatti di rinnovamento degli edifci sacri aprono indicativo, per fare un esempio, il fatto che squarci vastissimi nell’antico tessuto fgura- il più importante pittore locale del Rinasci- tivo tanto ad Alba, quanto nelle Langhe: i mento – Macrino – malgrado gli appoggi dati che abbiamo sono – non va dimentica- professionali e, verosimilmente, familiari to – davvero molto pochi e inevitabilmente con l’aristocrazia paleologa, manchi l’obiet- ci danno un’immagine soltanto parziale e tivo di imporre una propria “scuola”, risul- frammentaria del passato artistico. A fronte tato raggiunto invece da Gaudenzio Ferra- di un bilancio in drammatica perdita, non ri a Vercelli e a Novara. Nell’avvicendarsi sono mancati inattesi ritrovamenti, come il delle generazioni, gli stessi committenti – sofftto duecentesco di palazzo Serralunga siano essi le famiglie signorili, i vescovi, le ad Alba, reso noto e attentamente studiato parrocchie o le comunità – si rivolgono, in da Giovanni Donato . 1 modo autonomo e, per così dire, slegato, ad Sulla traccia delle ricerche erudite portate artisti provenienti dalle regioni vicine, con avanti fra Sette e Ottocento da Giuseppe Ver- un chiaro, prevalente orientamento verso la nazza e da Guglielmo della Valle, in tempi «langhe, roero, monferrato. cultura materiale - società - territorio», anno vii, n. 12 (2016) - ISSN 2282-6173
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