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Tra seta e vino: produzione e lavoro nella provincia di Cuneo tra fne Ottocento e inizio Novecento saggi Fig. 1. Il cotonifcio di Garessio, in località Trappa (foto P. Chierici) flande . Un lavoro instabile e precario, lar- vori quotidianamente più di undici ore e il 2 gamente declinato al femminile, svolto in 64% delle operaie guadagni una lira al gior- ambienti insalubri (la temperatura può rag- no (il 3,50% meno e il 32,50% oltre una lira). giungere i cinquanta gradi centigradi, ma Lo stesso articolo mette in luce come il 41% le fnestre dei reparti restano quasi sempre delle flande pratichi un orario lavorativo chiuse per evitare che l’aria sposti il flo di superiore alle dodici ore giornaliere e come seta negli aspi e per mantenere quell’umi- lo 0,85% di esse, la gran parte delle quali dità costante, necessaria a flare la seta) che concentrata proprio nell’area cuneese, lavo- raggiunge il proprio picco produttivo tra i ri oltre le dodici ore non rispettando il limite mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, che impone turni di otto ore alle ragazze di quando i fusi impiegano il maggior numero età inferiore ai dodici anni . Condizioni che 3 di lavoratrici, licenziate e riassunte con sca- infuiscono notevolmente sulla salute del- denza stagionale. Bassi salari, rigida disci- le operaie, molte delle quali, come si legge plina, orari lavorativi estenuanti e pessime in una relazione presentata dalla Camera condizioni igieniche scandiscono le giornate del Lavoro di Cremona all’Esposizione in- di donne, ragazze, bambine. Una situazio- ternazionale operaia di Milano nel 1894, ne drammatica, documentata da un articolo soffrono di problemi alimentari debilitanti comparso il 13 settembre 1900 sul quotidia- l’organismo e sono particolarmente sogget- no cuneese «La Sentinella delle Alpi» che te a contrarre pericolose malattie infettive, evidenzia come il 57,50% delle flande la- prime tra tutte la tubercolosi. Un affresco 10
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