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SAGGI Bruno Taricco Felice Ferrero Ponziglione. Gioachino Iche- cesi. Si trattava cioè di un uomo colto, aperto, ri di San Gregorio continuava la sua opera che sapeva fare delle scelte. Su queste basi il di riformatore degli studi . 7 agosto 1800 aveva accettato di far parte del- 11 I problemi della città sembravano confinati la nuova “municipalità”, nel momento in cui nell’aspetto economico. I canali erano cen- le truppe austro-russe si erano ritirate e i fran- trali. Continua era la loro manutenzione, cesi avevano ripreso in mano la situazione. costante la vigilanza, perché dall’irrigazio- Luigi trascorse la sua adolescenza in questo ne dipendevano i raccolti. In questo senso clima di deciso schieramento, di ampio dibat- tantissime le lagnanze per i furti d’acqua tito e rinnovamento culturale; frequentò il dei privati, di intercettazioni o requisizioni collegio delle Scuole , la tradizionale strut- 16 da parte anche dei comuni, di scarsa manu- tura cittadina che garantiva una formazione tenzione dei proprietari (in particolare per scolastica sino all’università, riapertosi nel la Pertusata di Alberto Galliani). 1804 . Completato il ciclo di studi, nel 1815 si 17 Verso la fine del 1819 giunse il nuovo giu- iscrisse all’Università degli Studi di Torino, dice Lorenzo Orazio Bealesio di Bene. L’an- nel 1819 si addottorò in Legge. Gli anni del- no dopo la solita nomina dei consiglieri ag- l’università sono essenziali per comprendere giunti vedeva ancora la presenza di soli no- i successivi sviluppi della storia del nostro bili; soltanto tra i supplementari compari- personaggio, non tanto per gli studi compiu- vano i borghesi (Tiburzio Core, Ignazio Ma- ti, quanto piuttosto per le amicizie e i legami rinetti, Giovanni Battista Parà, Giuseppe che lo posero in relazione con alcuni dei pro- Gianolio) . Essenziale sembrava ottenere tagonisti del dibattito politico di quella prima 12 finalmente un rimborso per le spese affron- fase politica. Si trattava di Balbo, Provana, tate nel periodo francese, dalla contribu- del San Marzano, Santorre di Santa Rosa, Or- zione del 1796, agli esborsi pretesi dai fran- nato, Cisterna, Lisio, d’Azeglio, un gruppo cesi e dagli austro-russi. Il principio era sta- che certamente discuteva animatamente, pro- to recepito dalle patenti del 10 agosto 1818, gettava e sognava nuovi sviluppi della socie- ma fu poi niente affatto facile quantificare tà piemontese. una cifra con le regie finanze. La mattina dell’11 marzo 1821 Luigi Defan- ti Frelia fu tra i costituzionali che a San Sal- vario spiegano la bandiera tricolore inneg- Il “baronino” Luigi Defanti Frelia giando alla costituzione. Luigi Defanti Frelia nacque a Venaria nel 13 1797, dove lavorava come impiegato di cor- Il conte Luigi Fissore Solaro di Montaldo te il padre Paolo Maria, esponente di quella nobiltà, che si era posta al servizio delle esi- Ben diversa la posizione di Luigi Fissore di genze militari o amministrative della dina- Montaldo , nato a Bra in una delle famiglie 18 stia. La famiglia Defanti era tra i «buoni più eminenti della città, che aveva sfruttato possidenti» di Cherasco e Narzole , abitava una parte del suo patrimonio per nobilitarsi. 14 il proprio palazzo, costruito alla fine del Set- Era arrivato a Cherasco poco più che ven- tecento in una zona prima sgombra per esi- tenne nel 1811, quando il padre Alfonso 19 genze militari legate all’uso del castello . era stato nominato giudice di pace . Anche 15 20 Nel 1798 i Defanti ritornarono a Cherasco e lui fece in tempo a stare «circa sei anni al Paolo Maria accettò di partecipare all’ammi- servizio dell’Imperatore dei Francesi» e a nistrazione della città, schierandosi aperta- fare esperienza «si consideri che ho viaggia- mente. La scelta del Defanti era dettata da to una parte dell’Europa». In particolare a- motivi ideali forse, ma soprattutto da interes- veva partecipato, regolare dell’armata fran- se per le novità tecniche introdotte dai fran- cese, alla guerra di Spagna nel 1808-1810 . 21 9
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