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Studi sui villaggi abbandonati nella storiografia italiana del Novecento: periodizzazioni e cause ALDO A. SETTIA Premessa si accontentava di osservare che «alcune fu- rono da’ propri loro borghesi abbandonate» e Chiunque utilizzi le fonti scritte medievali «altre negli accidenti delle guerre distrutte» . 3 incontra la menzione di insediamenti esi- In Italia nel corso del Novecento si sono oc- stenti in passato dei quali risulta oggi diffici- cupati specificamente di villaggi abbando- le conoscere tanto il sito in cui sorgevano nati geografi, archeologi e storici fra i quali quanto l’epoca e le ragioni che li hanno can- vanno naturalmente considerati anche i nu- cellati dal paesaggio. Prima che dagli stu- merosi stranieri operanti nel nostro paese; diosi il fenomeno è stato anzi notato e spie- pochi di essi, tuttavia, hanno mostrato sen- gato dalla sensibilità popolare, specialmente sibilità al problema prima del 1965, anno in quando sopravvivano tracce materiali e non cui, com’è noto, fu pubblicato il volume Vil- senza accogliere suggerimenti di origine e- lages désertés et histoire économique che segnò rudita e scolastica: la tradizione popolare in materia un non eludibile discrimine sto- colloca di solito la scomparsa in un generico riografico. passato, ma pretende, in compenso, di forni- Fernand Braudel nella prefazione augurava re motivazioni inoppugnabili insistendo sul- bensì a quel «settore di ricerche», allora lo stereotipo della distruzione violenta sia nuovo anche in Francia, un «brillante avve- da parte dell’uomo, sia di agenti naturali . nire» , ma la sua voga non andò oltre la se- 1 4 Gli studiosi di un tempo si sono spesso limi- conda metà degli anni ottanta: già nel 1981 tati a considerare gli insediamenti scomparsi Pierre Toubert osservava infatti che, al con- dal punto di vista della topografia storica trario di quanto avveniva nel decennio pre- ponendosi il problema, pur importante, del- cedente, la ricerca aveva cessato «di consi- la loro collocazione sul terreno mentre per derare il problema delle diserzioni come un 2 le cause, si sono volentieri adeguati alle ten- oggetto storico in sé privilegiato» per occu- denze popolari dando rilievo soprattutto al- parsene «solo come un elemento fra tanti al- le distruzioni belliche. A metà del Seicento, tri della dinamica dell’insediamento nel suo per esempio, Francesco Agostino Della Chie- insieme» ; due anni dopo Rinaldo Comba 5 sa considerava senz’altro i luoghi del conta- notava che il tema era «un po’ in declino» do di Loreto distrutti «a cagione delle lun- per uno spostamento dell’interesse verso la ghe e vecchie guerre fra i comuni d’Asti e di città , e nel 1988 altri lamentavano che, dopo 6 Alba», opinione condivisa un secolo dopo la pubblicazione del volume sui Villages dé- da Iacopo Durandi; da parte sua Luigi Cibra- sertés, gli archeologi tendessero ormai a per- rio notando nel 1827 «terre e castella» che, derlo di vista «per concentrare la loro atten- «frequentissime fuor d’ogni moderna pro- zione soprattutto sull’origine dell’abitato me- va», sorgevano attorno alla Chieri medievale, dievale» , caduta di interesse che Jean-Claude 7 «LANGHE, ROERO, MONFERRATO. CULTURA MATERIALE - SOCIETÀ - TERRITORIO», anno III, n. 5 (2012)
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