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Luoghi di culto e forme insediative: un dialogo di reciproca valorizzazione SAGGI uomini e cose, sappiamo che ridurrebbe «fin quando la rovina è riconoscibile, invita ciascun bene in suo possesso in guscio vuo- il lavoro della memoria, la pietà della rico- to, in caricatura di sé, infine in deserto. Ba- struzione, l’intelligenza della riflessione sti pensare al caso di Montrucchio di Pien- storica. Perciò le rovine segnalano sì un’as- za e al suo paesaggio di colline e pioppi. O senza, ma al tempo stesso incarnano, sono a quello di Cascina Vione vicina a Milano una presenza, un’intersezione fra il visibile Tre, dove, trasformando cascine, stalle, fie- e l’invisibile. Ciò che è invisibile (o assente) nili, depositi, in appartamenti di lusso e il è messo in risalto dalla frammentazione mulino in sala conferenze, si è ottenuta una delle rovine, dal loro carattere “inutile” e specie di città con ponte levatoio. talvolta incomprensibile, dalla loro perdita Del valore estetico gli storici dell’arte da di funzionalità (o almeno di quella origina- sempre si sono occupati, perché negli edifici ria). Ma la loro ostinata presenza visibile sacri sono state spese le maggiori energie testimonia, ben al di là della perdita del va- creative della comunità cristiana (l’Islam, lore d’uso, la durata, e anzi l’eternità delle per esempio, non è ugualmente interessato a rovine, la loro vittoria sullo scorrere irrepa- rappresentare nella moschea la storia, o le rabile del tempo. glorie di una comunità, se non in rari casi); Memoria di quel che fummo, le rovine ci gli storici dell’architettura, troppo spesso dicono non tanto quel che siamo, ma quello condizionati dalla critica estetica, hanno in- che potremmo essere. Sono per la collettivi- dagato più le forme e le tecniche che non gli tà quel che per l’individuo sono le memorie scopi o gli ideali per cui quelle furono scelte. d’infanzia: alimentano la vita adulta, inne- Ma se davanti a Santa Maria del Fiore pas- scano pensieri creativi, generano ipotesi sul sa un tram, ci rendiamo subito conto che futuro. Così le rovine (dei monumenti, del- l’unicità del monumento, a cui non cessa di le istituzioni, dei valori) ci ricordano col lo- dedicare analisi e pensieri l’universo mon- ro crollo quotidiano che non possiamo es- do dell’arte, viene gravemente menomata sere solo spettatori». dalla espropriazione di un suo intorno, non Dei valori memoriali e culturali vogliamo esattamente misurabile. Non è solo lo spa- qui trattare, avendo introiettato l’antica ep- zio di relazione fra la chiesa, il battistero e pure sempre viva lezione di Emilio Sereni , 2 la cortina di case sulla piazza, ma qualche il quale aveva per primo esteso al paesag- altro parametro mentale fatto di memoria gio valori estetici e linguaggi peculiari fino storica immateriale, costruito da secoli di ad allora riservati alle arti, imponendolo elaborazioni culturali intessute su quello come patrimonio d’arte di stratificazione spazio e su quegli edifici. Intuiamo di esse- millenaria, irripetibile, sacra. re derubati di qualcosa di irrinunciabile. Non possiamo, dopo di lui, fare a meno di Ma se il distacco fra cultura, storia e monu- legare in inscindibile unità l’edificio sacro, mento si è consumato, che cosa rimane? Che lo spazio che gli compete, nella realtà mate- dire delle condizioni a cui è stata ridotta la riale e in quella mentale della comunità, sia cappella campestre tra Carrù e Mondovì, allo che si tratti della cattedrale, oppure del pi- svincolo con un noto ipermercato? E di quelle lone votivo su una mulattiera di montagna; dell’edicola sulla strada di Veglia, tra Marene lo spazio del sacro si riverbera fuori della e Cherasco? Memorie umiliate, quotidiana- chiesa, nella piazza e nelle strade, fin dove mente violentate; sarebbe meglio trasferirle? esiste comunità di fedeli, fin dove rimanga No: demolirle! Inutile infierire oltre. Non so- anche solo memoria di quella comunità. no più memorie di nulla; chi sa perché sono Questa sorta di aureola è presenza di assai lì, chi le ha costruite, a chi davano gioia? lunga durata, forza incisiva capace di mo- Scriveva Salvatore Settis qualche mese fa a dellare gli spazi pubblici degli insediamen- proposito del crollo della casa di Pompei: ti, non solo in virtù del potere economico 8
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